di Umberto Seretti, Consigliere Delegato di BNT Banca
È una giornata afosa a Palermo. Un sole debole sembra garantire una tregua alla incessante piovosità che ci ha molestato nell’ultimo mese. Insolita da queste parti. Attendo i colleghi in aeroporto accanto alla hostess che alza il cartello “Horizon 25 Palermo 9/10/11 giugno 2023”.
Mentre li aspetto, penso che l’ultimo invito risale a sei anni fa. Poi, gli impegni concomitanti, la frenesia del lavoro, la pandemia e quant’altro, ci hanno impedito – sino ad oggi – di ospitarli in Sicilia. Qualcuno, lamentandosi, me lo ricorda da anni.
La riunione è riservata ai Coordinatori di area della Capogruppo, Banca BPS, accompagnati dal nostro Presidente Francesco Venosta, dal Vice Presidente Luigino Negri e dal padre fondatore di BNT Banca il C.D. di Capogruppo Mario Alberto Pedranzini, fresco di cavalierato del lavoro. Voci di corridoio dicono che sono entusiasti all’idea di vedere questa città che alcuni non conoscono ancora.
L’aereo atterra in orario. Escono tutti in fila indiana con il trolley BNT e lo zainetto aziendale. Vestiti casual come suggerito.
Bene. Sorrisi, saluti e convenevoli. E siamo già sul pullman.
Prendo il microfono e inizio a presentare la città, le sue caratteristiche, le sue unicità. I suoi aspetti controversi. Passiamo sul luogo della strage di Capaci dove persero la vita il giudice Falcone con la moglie e la scorta. Il luogo è segnato da una semplice stele di marmo rosso, per ciascuna corsia. In città fiancheggiamo la filiale e ci dirigiamo in Centro. Al Teatro Massimo, tempio della musica lirica e monumento iconico di Ernesto Basile, l’architetto del Liberty – il teatro più bello d’Italia secondo il sottoscritto e sicuramente il più grande – ci attende un light buffet. Ora, occorre dire che “light” tradotto in palermitano non significa esattamente ciò che effettivamente è in lingua italiana: la porzione leggera da queste parti è considerata offensiva. E così, in un ristorante quotato, degustiamo un’ottima (e abbondante) cucina gourmet.
Via di corsa verso il Palazzo dei Normanni dove gli amici dell’Assemblea regionale siciliana ci donano due ore indimenticabili. Il Palazzo sorge sui resti della fortezza fenicia. Ogni successiva dominazione lo contamina ed arricchisce. Al suo interno, la Cappella Palatina è universalmente conosciuta come la chiesa più bella al mondo. Incantano le raffinate decorazioni arabe, i pavimenti medioevali intarsiati di marmo, lo splendore dell’oro dei mosaici bizantini, le scritte in ebraico e la bellezza infinita del luogo. Il resto della visita non è da meno con un rapido passaggio nelle stanze che spaziano dal Liberty, all’arabo normanno, al barocco dei Borboni … La carrozza del Vicerè, il dipinto della battaglia di Dogali, la stanza dell’Emiro ci rapiscono e ci riportano indietro nel tempo.
Ma dobbiamo correre. Andiamo all’altro lato della Piazza ed entriamo nel Palazzo del Governatore della Sicilia. Il parco con i giganteschi ficus magnolia e le numerose specie di volatili e altri animali dà un tocco esotico all’importanza dell’edificio.
Il tempo di correre in albergo per una doccia ristoratrice (fa caldo) e ci rechiamo a Mondello. Il mare dei palermitani.
Appuntamento a “Le “terrazze” che gli americani descrivono essere il ristorante più elegante d’Europa. Ed hanno ragione. È un antico stabilimento balneare in stile liberty, costruito su palafitte, ancora oggi in funzione: la sensazione è quella di galleggiare sull’acqua azzurra e verde di Mondello, illuminata dal fondo. Branchi di pesci di tutte le dimensioni stazionano tranquilli attorno ai fari subacquei, sperando in qualche crosta di pane. Di fianco al nostro tavolo, causalmente, incrociamo il Governatore della Sicilia, un Cavaliere (donna) della Repubblica di fresca nomina che presento al dott. Pedranzini, l’ex Presidente dell’antitrust ecc. Tutti conoscenti di vecchia data. Saluti, strette di mano e promesse di rivederci presto.
Oggi Mondello è un minuscolo villaggio di pescatori e non è più l’ampio porto dove sbarcò il generale Amilcare Barca (padre di Annibale) nella prima guerra punica per combattere i romani arroccati in città. È una spiaggia dai colori cangianti.
Più tardi, due passi al molo illuminato e si rientra in città.
I colleghi sono alloggiati al Grand Hotel et Des Palmes, già antica dimora di una famiglia inglese posta di fronte alla chiesa anglicana, poi elegante hotel simbolo della cultura e dell’arte Liberty grazie all’ingegno degli architetti Basile.
Sabato mattina, dopo l’incontro di lavoro arricchito dagli interventi del Dott. Pedranzini, del V.P. Luigino Negri e di Pietro Negrini, a “capo” dei coordinatori BPS, ci avviamo di buon passo verso il Centro storico, per una visita nel cuore della mcittà. Seguiamo il passo veloce di Francesca, la nostra giovane e appassionata guida. I Quattro canti, la fontana della vergogna in Piazza Petoria, il Monastero di Santa Caterina, le chiese dietro il Comune, le riprese del Gattopardo che ci obbligano agli slalom, la Cattedrale di Palermo e il mercato del Capo dove sostiamo al ristorante Isgrò, vicino alla Chiesa della Immacolata Concezione, staordinario monumento in stile barocco e già monastero benedettino. Sbirciando da fuori vediamo che gli invitati attendono la sposa. Così ci intrufoliamo furtivi per vedere gli intarsi di marmo che sembrano affreschi colorati.
Ora, devo dire che il cannolo (enorme) degustato poco prima a Santa Caterina, ci ha appesantito decisamente. Quindi, dobbiamo stoppare la sequenza lenta ma inesorabile degli antipasti di pesce, arrivando a rinunciare alla pasta, sacrificio obbligato ma – assicuro – di enorme portata. I primi di pesce di Isgrò fanno emozionare.
Provati, sudati ma felici, ritorniamo verso l’albergo. Io diretto a casa.
Verso sera, ci rechiamo in pullman all’Addaura, attraversando nuovamente il parco della favorita, già Conca d’Oro e riserva di caccia dei reali. Ci attende il Telimar, elegante ed esclusivo club palermitano con prato all’inglese che porta agli scogli sul mare. Lo scenario è grandioso con i monti rocciosi alle spalle che delimitano a semicerchio la zona popolata da bagni e circoli eleganti. Cena con assaggio del maialino nero dei nebrodi, delizia autoctona. Mentre si degustano le prelibatezze della cucina del club, vediamo la finale di Champion. Maggioranza interista corrotta da qualche coraggioso tifoso “contro”. Si perde. Peccato! Pazienza! Ci consola un gustoso parfait alla mandorla inondato di cioccolato.
La stanchezza ha il sopravvento, si rientra. La domenica mattina porto il mio Andrea e si fa colazione con Mario Alberto Pedranzini. Canzoncina di rito perché….compie gli anni! Fetta di Torta, un bicchiere di latte alla mandorla. Ci fanno compagnia il Presidente Francesco Venosta e Luigino Negri.
Il tempo è poco e tutti via di corsa verso il centro di Palermo con la nuova Guida Francesca. Ci farà vedere un Palazzo straordinario, dimora privata dei principi di Ganci. Palazzo Ganci Valguarnera dove furono girate le scene del ballo nel il Gattopardo di Luchino Visconti. Una meraviglia, difficile da descrivere. la successione delle sale ci riporta tra l’epoca borbonica e la belle epoque. La bellezza e la magia del sito lo rendono unico. Ancora rapiti da cotanta bellezza ci rechiamo a Villa Igea, dimora dei Florio e di Donna Franca. La baronessa che fece la storia della Palermo degli inizi ‘900. Pranziamo all’aperto sulla terrazza sul mare. Una leggera brezza marina ci ristora dal caldo afoso della giornata. Tra le varie portate del pranzo, la caponata pare riscuotere i maggiori consensi. Comunque, piatto dopo piatto, ci avviciniamo al momento della cassata gigante, decorata dai colori sgargianti della frutta candita. Superba! Un soffio alla candelina e voilà, la tre giorni è terminata.
Così, in un attimo, senza che ce ne accorgiamo.
Due irriducibili coordinatori fuggono verso la spiaggia di Mondello per un bagno ristoratore. Il loro aereo parte più tardi. Gli altri sul pullman verso l’aeroporto.
Così, sempre di corsa, mi ritrovo solo. Sono partiti tutti. Tre giorni sono sembrate tre ore.
Cosa ci lasciano queste giornate tra lavoro, incontri, relazioni, cultura, bellezza e tradizioni? Un crescente senso di amicizia. Un forte spirito di squadra e di appartenenza. E… qualche chilo in più.
Lo rifacciamo!